di Apostolos Apostolou scrittore e professore di filosofia.
Mentre Tucidide, identifica la natura dell’ uomo con il suo essere morale e sociale.
Come hanno visto la natura i greci antichi?
Secondo Eraclito «φύσις κρύπτεσθαι φιλεί» la natura ama nascondersi. In altre parole possiamo dire che la Φύσις è ad un tempo l’origine perpetua di tutte le cose e l’insieme delle cose generate, ogni manifestazione del principio è anche suo nascondimento.
Nel X libro dell’ Odissea per la prima volta conosciamo la parola Physis, natura, quando il dio Erme indica a Odisseo la pianta moly come una pianta che proviene dalla natura.
Empedocle sosteneva che la natura ha sperimentato innumerevoli possibilità di combinazioni “sono nati esseri a due facce e due petti, vacche con volto umano e viceversa” (D-K 31 B 61).
Anche Ippocrate diceva che La physis (natura) non è la totalità dei fenomeni legati da leggi ferree, e l’ uomo non è più il semplice riflesso di un ordine esterno, per questo della natura ha bisogno l’ arte che la medicina.
Secondo Aristotele, c’ è una scala della natura perché c’ è nella realtà una continuità tra le specie.
I cinici credevano, che mon al nomos, all’astratta legge convenzionale, ma alla physis, alla natura, devono ispirarsi le relazioni umane. “Il vivere secondo natura è vivere secondo virtù, cioè secondo la natura singola e la natura dell’universo, nulla operando di ciò che suole proibire la legge a tutti comune, che è identica alla retta ragione diffusa per tutto l’universo ed è identica anche a Zeus, guida e capo dell’universo”. (Diogenes Laertius, ζωές και διδαχές των φιλοσόφων , VII, 88)
La parola Physis in lingua greca presenta come sostantivo femminile con importante suffisso -sis, che indica un’ attiva capacità e sviluppo nelle cose, cosi la natura secondo pensiero greco antico è la forza del mondo.